La scuola è destinata a immigrati di ogni parte del mondo, qualunque sia la loro età e la loro provenienza, dall’Estremo Oriente all’Africa, al Centro America, all’Europa dell’Est.
Chi già conosce l’italiano e chi invece non sa dire neppure buongiorno. Chi possiede l’alfabeto e chi deve ancora conquistarlo. Chi scrive da destra a sinistra. Chi non sa cos’è il quaderno a righe e chi parla arabo e inglese. Molti sono adolescenti, vengono dai Centri di Pronto Intervento, in attesa di essere destinati a qualche casa famiglia, come “minorenni non accompagnati”.
Numerosi sono anche i giovani che, superati i 18 anni, restano in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato o richiedente asilo. Partecipano molte donne impegnate come collaboratrici o assistenti familiari; quelle giunte in Italia per matrimonio o ricongiungimento; alcune frequentano portando con sé il figlio piccolo. Abbiamo operai, badanti, camerieri, laureati nel loro Paese che vogliono imparare la nostra lingua.
Attraverso particolari convenzioni alcune Scuole Statali ci hanno proposto loro allievi bisognosi di sostegno linguistico: ragazzi, maschi e femmine, della secondaria di primo grado appena arrivati in Italia o anche nati e cresciuti con noi, ma in difficoltà; altrettanto, ragazzi, solo maschi, delle superiori con gradi di difficoltà diversa riferita soprattutto all’uso dei libri di testo. Questi due ultimi gruppi si segnalano per una particolare agevolezza: scolarizzati, sono anche sostenuti dalla presenza della famiglia che rende più facile e più sereno il loro comportamento.
Le nazionalità dei partecipanti rappresentano ormai tutto il mondo: Filippine, Cina, Bangladesh, Sri Lanka, Pakistan, Afghanistan, Turchia, Grecia, Siria, Albania, Bulgaria, Moldavia, Russia, Ucraina, Romania, Serbia… Egitto, Eritrea, Somalia, Mali, Senegal, Gambia, Togo, Guinea Bissau e Guinea Conakry, Ghana, Nigeria… Perù, Brasile, Cuba…
La promiscuità è assicurata, con tutti i benefici che ne provengono: giovani e meno giovani si osservano tra loro, si aiutano quando possono, si abituano a convivere e a capirsi.