I ragazzi di San Benedetto sono venuti a trovarci

Leggiamo le testimonianze delle classi VB e VE del Liceo Scientifico Statale “Rosetti” di San Benedetto del Tronto che ci hanno fatto visita mercoledì 13 febbraio 2019: sono istantanee più belle di qualunque fotografia, piene di emozione e di riflessione. Grazie, ragazzi che ci aiutate a credere in un’Italia e in un futuro migliori!

PENNY a San Benedetto (testo scaricabile in PDF)

Ecco le voci dirette delle studentesse e degli studenti di San Benedetto:

A ROMA IL PARADISO SI TROVA SOTTO TERRA

13 febbraio 2019

13 febbraio 2019

In via Domenico De Dominicis a Roma, in un enorme garage seminterrato, si trova una delle associazioni più attive in Italia per quanto riguarda l’accoglienza e l’integrazione degli stranieri, la scuola “Penny Wirton”. Un locale essenzialmente bianco e grande. A renderlo accogliente sono tutti i colori delle decorazioni, delle sedie e dei libri, ma soprattutto il sorriso e la gioia, visibile negli occhi di ciascuno che in quel luogo lavora e impara.

La Penny Wirton è un luogo di insegnamento e filantropia.

Entrando mi sono subito trovato spiazzato dalla quantità di sedie presenti in un’unica sala. La cosa che mi ha sorpreso, poco dopo, è stato vedere quanto velocemente tutti quei posti siano stati riempiti da individui di tutte le età, sia per insegnare, sia per apprendere.  Non mi sarei mai aspettato un genere di didattica così diversa da quella a cui sono abituato, ma allo stesso tempo così efficace. Non appena sono entrate, le persone erano “supermotivate” e desiderose di imparare.

Alla Penny Wirton ho visto interesse, motivazione, desiderio verso l’apprendimento.

È sempre bene rapportarsi, venire a contatto, conoscere l’esistenza viva, vera e reale di bisogni, necessità, problematiche che si incontrano nel cambio radicale della vita di chi lascia il proprio paese per andare a vivere in un altro. La conoscenza della lingua è un piccolo aiuto in questo difficile passaggio. Trovare delle persone che ti aiutano a superare le tue difficoltà non è scontato, e quando le trovi ti sembra quasi di essere in Paradiso.

La “Penny Wirton” è una goccia di serenità nel mare triste della dura vita.

Là fuori in mezzo ai viali trafficati della città c’è l’aspra quotidianità, ci sono i mille problemi legati alla sopravvivenza, c’è un mondo a volta ostile.

Ho visto facce rilassate e serene, quasi che il momento dell’apprendimento fosse leggero e piacevole lì dentro.

Il ragazzo con cui ho avuto l’opportunità di discorrere è stato contento di raccontarci le cose orribili, che aveva vissuto nel suo paese d’origine, come se il parlarne servisse a liberarsi delle tante brutte immagini infernali che affollano i suoi ricordi.

Alla Penny Wirton puoi incontrare persone che hanno avuto la forza di reagire a condizioni estreme di vita.

I volontari che lavorano come insegnanti donano il loro tempo ad una missione davvero speciale. Io penso che lo facciano perché credono nel cammino positivo che ciascuno individuo può fare per raggiungere i propri obiettivi. È necessario mettere ognuno nelle condizioni ottimali per poter esprimere il suo potenziale lavorativo e sociale. Solo così si può raggiungere l’integrazione e combattere la povertà o l’ignoranza che spinge alla criminalità.

La Penny Wirton è anche un luogo di salvezza.

Entrare in contatto con questa realtà è stato un momento di crescita per tutti noi. Il confronto, reale e senza filtri che abbiamo vissuto, ci ha permesso di portare a casa un pezzettino di fiducia nell’umanità, uniti dall’ aver condiviso piccoli successi nell’apprendimento lingua italiana.

                                                                             Stefano Straccia, 5^E

 

 

Sono rimasta molto colpita dalla “Penny Wirton”. (altro…)

A lezione da Penny Wirton

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Osservatore Romano 23 febbraio 2019